Domani l’Unagipa e l’Angdp formalizzeranno, uniti, la proclamazione dello sciopero nazionale dei giudici di pace di pace dal 6 giugno all’ 11 giugno.
E’ solo l’inizio di una stagione di proteste che si protrarrà sin quando il Governo non manterrà gli impegni assunti.
Già stiamo vagliando ogni forma di protesta e sensibilizzazione utile da accompagnare e far seguire allo sciopero.
Previdenza, equo compenso, indipendenza del giudice… non siamo disposti a cedere su nessun fronte, utilizzeremo tutti gli strumenti giuridici che l’ordinamento ci conferisce (e sono davvero tanti…), ma soprattutto confidiamo nel senso di responsabilità dei colleghi: uniti possiamo davvero ottenere ciò che ci compete di diritto.
In tal senso, invitiamo da subito i rappresentanti distrettuali e circondariali ad organizzare assemblee locali per compattarci ed organizzarci adeguatamente per tutte le “battaglie” che ci attendono nei prossimi mesi. Io e Mariaflora (insieme o alternativamente) garantiremo sempre la nostra presenza.
Tante menzogne o fantasiose interpretazioni sono state manifestate negli ultimi mesi (addirittura isolate voci che osteggiano il sistema delle conferme che estende a noi magistrati onorari lo stesso regime di valutazioni di professionalità previsto dall’articolo 11 del d.lgs. n. 160/2006 per i magistrati di carriera: miglior viatico per l’Europa non potevano regalarcelo…), distogliendo l’attenzione dei colleghi dai reali punti negativi e critici della riforma (già ripetutamente evidenziati su questo sito: previdenza e stipendio in primis, ma anche autonomia degli uffici, indipendenza del giudice, garanzie ordinamentali, tutela della salute e della maternità, etc…).
Ovviamente ci stiamo muovendo anche sul fronte del coordinamento unitario della magistratura unitaria, ed abbiamo predisposto, UNITARIAMENTE, delle proposte emendative al decreto legislativo sui consigli giudiziari e sulla PRIMA conferma quadriennale che offrono una ragionevole soluzione a tutti gli aspetti critici ivi registrati (proroga dei colleghi in servizio che hanno superato i 68 anni di età almeno sino al 31.12.2016; differimento delle elezioni per il consiglio giudiziario a dopo l’estate; ampliamento del numero di GOP facenti parte delle sezioni autonome del consiglio giudiziario; delimitazione rigorosa dei poteri consultivi dei consigli dell’ordine degli avvocati…).
L’unificazione dell’intera categoria non è più procrastinabile e, in tale ottica, già stiamo elaborando con l’Angdp uno Statuto unitario che mira ad aggregare tutte le organizzazioni esistenti, preservandone l’autonomia.
E’ giunto il momento di alzare la testa ed agire!
Alberto Rossi
2 Comments
Più che indire lo sciopero, i nostri rappresentanti sindacali dovrebbero prendere atto del loro fallimento e dell’inutilità delle loro azioni, dimettendosi da un ruolo che, evidentemente, li ha visti soccombere.
Un po’ di sana autocritica farebbe bene a tutti!
L’autocritica l’abbiamo sempre fatta e le rappresentanze non le decidono i colleghi investiti delle cariche, ma la base che partecipa alle assemblee ed ai direttivi e li elegge. Forse non è che il problema stia nell’assenza di compattezza della categoria e nel vezzo di piangersi addosso e di non mobilitarsi quando c’è da farlo? Il sindacato non sono io, ma la base, e senza una base compatta, pronta ad esporsi in prima linea, chi li rappresenta non può fare miracoli. Il processo di riforma è appena iniziato ed abbiamo la possibilità di incidere, sotto tutti gli aspetti (anche con le denunce in Europa e le azioni giudiziarie interne), su di essa per ottenere il riconoscimento dei nostri sacrosanti. Bisogna crederci e agire, tutti insieme.
Alberto Rossi