U N I O N E
NAZIONALE
G I U D I C I
DI P A C E
* unagipa *
Al dottor Matteo Renzi
Presidente del Consiglio dei Ministri
All’on.le Andrea Orlando
Ministro della Giustizia
Alla Commissione per la Garanzia
dello sciopero nei servizi pubblici
Oggetto: Esperimento della procedura di raffreddamento – Legge n. 146/1990 e successive modifiche.
La scrivente organizzazione, dopo avere espresso da tempo motivate proposte sulla riforma della giustizia in generale e della magistratura di pace in particolare, nonché osservazioni critiche sulle 12 schede ministeriali, ed essersi vista costretta a ricorrere a ben tre scioperi tra settembre e dicembre dello scorso anno, in conseguenza dell’approvazione lo scorso 29 agosto, da parte del Consiglio dei Ministri, di un aberrante, incostituzionale e deleterio disegno di legge di riforma, rileva, con grave disappunto, quanto segue:
- Il 13 gennaio c.a. è stato ufficialmente presentato in Senato il contestato ddl, denominato “DISEGNO DI LEGGE RECANTE DELEGA AL GOVERNO PER LA RIFORMA ORGANICA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA E ALTRE DISPOSIZIONI SUI GIUDICI DI PACE”
- il predetto disegno di riforma della c.d. magistratura onoraria regolamenta uno statuto unitario di alcune figure di magistrati onorari (giudici di pace, vice procuratori onorari e magistrati onorari di tribunale) al solo scopo di elidere le peculiarità delle rispettive funzioni, tutte di pari dignità, e di abbattere verso il basso le relative condizioni giuridiche; in particolare, sono previsti trattamenti che ledono gravemente l’indipendenza e professionalità del giudice, rendendo vano l’obiettivo della “terzietà” e violando elementari diritti giuslavoristici (temporaneità degli incarichi, aleatorietà del trattamento indennitario, assenza di una vera tutela previdenziale, peraltro integralmente posta a carico del magistrato) e valori costituzionali fondamentali (inosservanza delle garanzia ordinamentali di indipendenza del giudice ed autonomia degli uffici), in contrasto con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa e con i principi sanciti dell’ONU sull’indipendenza della magistratura;
- il disegno medesimo, nel cancellare la figura essenziale ed irrinunciabile del magistrato onorario di Tribunale, crea una nuova figura di “giudice onorario di pace”, obbligatoriamente incardinata presso l’ufficio del Giudice di Pace, ma suscettibile di essere applicata, a discrezione del Presidente del Tribunale, presso l’ufficio del processo (ossia una struttura amministrativa interna al Tribunale), con vincolo di subordinazione nei confronti del magistrato di carriera, anche nell’esercizio della giurisdizione in senso proprio, creando un’aberrante commistione, nell’ambito della stessa figura professionale (il giudice di pace), fra funzioni giudiziarie ed amministrative, di primo grado e di secondo grado, in aperta violazione degli articoli 101, 102, 104, 105, 106, 107, 108 e 111 della Costituzione, ossia di tutte i precetti costituzionali che regolamentano la funzione giurisdizionale, anche a garanzia dell’imparzialità ed indipendenza del giudice, presupposti irrinunciabili del giusto processo;
- E’ vieppiù violato lo stesso principio del giudice naturale precostituito per legge (articolo 25 Costituzione), rimettendosi alla discrezionalità del giudice di pace l’onere di valutare, in determinate e delicatissime materie (successioni, comunione, diritti reali, volontaria giurisdizione), la sua competenza sulla base di criteri manifestamente impossibili da predeterminare in via oggettiva, in quanto afferenti all’istruzione del processo ed alla sua fase conclusiva (“cause connotate da minore complessità quanto all’attività istruttoria e decisoria”!)
- la scrivente organizzazione ha sempre rispettato la responsabilità che la legge assegna ai pubblici poteri, evitando pretese di concertazione delle decisioni, ma ha richiesto lealtà di interlocuzione, nonchè rispetto dei fondamentali principi costituzionali di un Paese civile e democratico.
Per tali ragioni
si chiede alle Autorità in indirizzo di esperire il tentativo di conciliazione, secondo le modalità previste all’articolo 7 dal Codice di Autoregolamentazione predisposto dall’Unione Nazionale dei Giudici di Pace, al fine di affrontare e risolvere, in uno spirito di fattiva collaborazione, i gravi problemi sollecitati, facendo presente che, nel deprecato caso di mancata convocazione entro 5 giorni dal ricevimento della presente, la scrivente organizzazione, in ossequio al mandato ricevuto dagli organi assembleari e direttivi, porrà in essere ogni necessaria iniziativa di denuncia e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della società civile, proclamando le conseguenti astensioni dalle udienze e dalle altre attività giudiziarie.
L’Unione rileva il grave disagio della categoria per essere costretta, dinanzi all’incomprensibile volontà punitiva del Ministro Orlando e del Governo, a ricorrere a prolungate astensioni per rivendicare una riforma avente lo scopo di adeguare la condizione dei giudici di pace a principi costituzionali e di diritto internazionale, preordinati a garantire l’indipendenza, imparzialità e professionalità dei giudici e finalizzati ad assicurare ai cittadini l’effettività della tutela giurisdizionale dei loro inviolabili diritti.
Roma 19 gennaio 2015
Maria Flora Di Giovanni Alberto Rossi
(Presidente Nazionale) (Segretario Generale)
Via Papa Giovanni XXIII, 80 Chieti- fax: 06.83908274 – cell.: 392.5352848 – 349.7285226
e-mail: rossialberto@fastwebnet.it – mariafloradigiovanni@gmail.com
sito internet: http://www.unionegiudicipace.it/
profilo facebook: https://www.facebook.com/unagipa
0 Comment