La Corte Costituzionale ha dichiarato l’ incostituzionalità dell’art. 21 comma 2 d.lvo 116/17 per violazione dell’art. 76 Costituzione e della legge delega n. 57/2016 che, nel dettare i criteri direttivi della delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria, aveva previsto in materia di decadenza dell’incarico , revoca e dispensa del servizio , occorresse applicare il regime dell’art. 9 L. 374/91 e cioè “il giudice di pace è dispensato , su sua domanda o d’ufficio , per infermità che impedisce in modo definitivo l’esercizio delle funzioni o per altri impedimenti di durata superiori a sei mesi”.
La nuova disposizione voluta nel decreto legislativo prevedeva invece in modo assai restrittivo “il magistrato onorario è dispensato , anche d’ufficio, per impedimenti di durata superiore a sei mesi”.
Ciò ha comportato in questi lunghi anni intercorsi dal 2017 ad oggi che i colleghi ammalati per più di sei mesi venivano dichiarati dispensati dall’incarico nonostante avessero avuto una guarigione successiva.
La crudeltà di tale disposizione è stata sotto i nostri occhi .
Vi sono stati anche tanti colleghi che pur di non perdere il posto di lavoro hanno proseguito nell’incarico con patologie gravi anche oncologiche, dovendo affrontare situazioni non dignitose e immaginabili in un paese c.d. civile.
Certo è che non brilla di civiltà neppure la disposizione dell’art. 9 L. 374/91 – istitutiva del Giudice di pace – originariamente pensata per disciplinare una categoria di “onorari” ad incarico temporale , non certo lavoratori in servizio continuato per oltre 20 anni.
Ma la crudeltà infusa nella riforma Orlando è insuperabile perchè ragionata a tavolino , premeditata con massimo grado di dolo.
La già infelice formulazione della Legge Delega 57/2016 sotto il profilo di un osceno maquillage per una categoria di oltre 5.000 magistrati che doveva apparire agli occhi dell’Europa come un gruppo occasionale di volontari, venne inasprita irrimediabilmente con i due successivi decreti delegati n. 92/16 e n. 116/17.
E così via i trasferimenti, via la gradualità del procedimento disciplinare, via qualsiasi diritto idoneo a conferire dignità al lavoratore.
Ma dal 2016 la categoria ha fatto strada e l’Europa ha scritto nero su bianco chi siamo sventando le tante bugie travestite da disposizioni di legge.
Abbiamo lasciato per strada tanti colleghi , amici, travolti da disposizioni cattive oltre che illegittime.
Accogliamo così questa pronuncia , con l’auspicio che sia solamente la prima .
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